Inquinamento indoor

Inquinamento indoor e problemi respiratori, una correlazione spesso sottovalutata

Last Updated on by @bastamuffa@

Si fa un gran parlare, a ragione, di inquinamento atmosferico e polveri sottili. Non si parla però abbastanza o non si dà il giusto peso all’inquinamento indoor e ai problemi di salute conseguenti.

Cosa intendiamo per indoor?

Ci riferiamo a spazi confinati, chiusi, usati come dimora, lavoro, svago e trasporto. Gli agenti inquinanti indoor rappresentano un problema serio per la salute e il benessere delle persone che li occupano. Secondo numerosi studi in materia, l’inquinamento indoor ha concentrazioni anche maggiori di quello esterno. Se a questo dato aggiungiamo il fatto che, soprattutto nelle aree urbane e nelle stagioni fredde, la maggior parte della giornata trascorriamo il nostro tempo in spazi chiusi, è evidente che bisogna essere consapevoli di come un ambiente insalubre possa danneggiare la nostra salute.

I problemi respiratori legati all’inquinamento degli spazi chiusi sono in costante aumento a livello globale. Per questo motivo nell’anno 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha redatto il documento ‘The Right to Healthy Indoor Air’ riconoscendo una buona qualità dell’aria indoor come diritto fondamentale dell’individuo.Una qualità dell’aria compromessa rappresenta un serio pericolo soprattutto per le categorie di persone più fragili: bambini, anziani, donne in gravidanza e individui con problemi legati all’apparato respiratorio. Tra le patologie più diffuse causate dall’inquinamento indoor troviamo: allergie, infezioni respiratorie, asma, sindrome dell’edificio malato e broncopneumopatie.

Inquinamento indoor: cos’è e come combatterlo

Più nello specifico quando parliamo di inquinamento indoor, ci riferiamo a sostanze che incidono negativamente sulla qualità dell’aria, che possono essere:

  • contaminanti di natura chimica, che contengono composti volatili che vengono respirati (formaldeide, particolato aerodisperso, biossido di azoto, candeggina etc..);
  • contaminanti di natura biologica, che contengono allergeni che generano reazioni allergiche (batteri, pollini, acari, funghi e muffe).

Ad aggravare il quadro si aggiungono condizionatori d’aria, i umidificatori e gli impianti di ventilazione forzata. Se non vengono manutenuti propriamente, possono facilitare la formazione e il proliferare di contaminanti biologici vivi come la muffa. Oltre a ciò teniamo presente che tutti i sistemi di ventilazione sopra elencati se attivati senza aver prima eliminato la muffa ne favoriscono la diffusione. Le spore della muffa sono infatti presenti nell’aria e si diffondono attraverso l’aria stessa. Possiamo ben immaginare allora come muovere l’aria dentro casa corrisponda a moltiplicare la circolazione delle spore della muffa, che così possono facilmente intaccare tutti gli ambienti di casa.

Al fine di ridurre le emissioni e arginare il problema dell’inquinamento indoor è così essenziale identificare e un controllare le “fonti” di inquinamento. Parliamo di fornelli a gas, combustibili, fumo passivo, materiali costruttivi, moquette, detergenti e solventi per la pulizia, arredi e deodoranti per ambienti, la presenza di muffa in casa.

Non tutte le fonti sono inquinanti allo stesso modo.

Molto dipende dalla durata dell’esposizione, dall’età o dall’uso che se ne fa, per esempio i prodotti come solventi e detergenti sono impiegati in maniera intermittente. Per quanto riguarda le fonti datate e dunque potenzialmente più inquinanti, il controllo e la manutenzione devono essere effettuati a intervalli più brevi, in modo accurato e da personale competente.

Come la muffa incide sulle patologie respiratorie

Quali sono i fattori che influiscono sulla nostra salute?

L’elemento che più di altri è capace di incidere sulla salute è lo stile di vita che conduciamo. Cosa mangiamo, l’esercizio fisico che facciamo, il sonno ecc., incidono per il 40%. La nostra genetica influisce per il 20% , il 10% dipende dalla possibilità di accedere ai servizi sanitari e il 30% dalle condizioni ambientali che ci circondano.

Per ambiente, si intende ciò che può influire sull’essere vivente. Spesso ci viene in mente solo ciò che è al di fuori, l’inquinamento esterno. Ma ci sono inquinanti anche dentro le case e dentro i luoghi di lavoro.

La muffa è uno dei problemi più comuni all’interno degli spazi domestici, si stima che a livello mondiale siano coinvolte dal 18% al 50% delle abitazioni. Al di là dell’aspetto di degrado e dell’odore di sottobosco che la muffa causa, è la salute delle persone che subisce i danni maggiori.

La muffa è un microrganismo invasivo, che trovando le giuste condizioni di umidità è in grado di aggredire velocemente mura, stoffe, tappeti, carte da parati, cibo, terra e polvere. Le spore della muffa disperse in aria sono pericolose perché vengono facilmente inalate dall’essere umano. Possono così scatenare una reazione allergica, attivando subito il sistema immunitario. Le spore più piccole sono in grado di arrivare in profondità fino a raggiungere i bronchi e gli alveoli polmonari, provocando così asma bronchiale.

Quando il nostro sistema immunitario viene allertato dalla presenza di questi inquinanti biologici si genera una reazione che causa uno stato infiammatorio. I sintomi possono essere molteplici, come allergie, eruzioni cutanee, nausee e addirittura stanchezza cronica, la difficoltà di concentrazione e la depressione.

La reazione del sistema immunitario può essere di basso o alto grado. L’intensità della reazione, anche in questo caso, dipende da molteplici fattori tra cui quelli genetici, l’età, l’assunzione di farmaci per curare altre malattie ecc.

Uno studio svedese del 2017 riporta che i bambini esposti ad ambienti con muffa e umidità nel periodo dell’infanzia hanno più probabilità di sviluppare problemi di asma e rinite durante l’adolescenza.

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Aria sana in casa: come creare un ambiente salutare

Oltre ai consigli già menzionati sopra, possiamo usare alcune semplici accortezze per creare un ambiente salutare per tutti gli occupanti della casa.

  • Una buona ventilazione, soprattutto in cucina e in bagno, è consigliata per migliorare la qualità dell’aria. Aprendo spesso le finestre e facendo corrente tra le stanze non raggiungiamo infatti il punto di rugiada ed eliminiamo l’umidità.
  • La pulizia costante degli ambienti domestici è un’altra condizione essenziale per scongiurare patologie respiratorie. Evitiamo anche di stendere il bucato in casa, soprattutto se l’impianto di riscaldamento è spento; eliminiamo perdite, infiltrazioni e ogni possibile causa di formazione di umidità e condensa.
  • Un altro valido aiuto può essere l’acquisto di un deumidificatore tarato per la grandezza dell’area di destinazione. Attenzione però alla sostituzione e cura periodica dei filtri, che potrebbero altrimenti rivelarsi un ambiente perfetto per la proliferazione di muffe e allergeni.
  • Se la muffa ha già colonizzato le superfici, consigliamo di rivolgersi a dei professionisti del settore, che con prodotti specifici sono in grado di igienizzare ed eliminare definitivamente il problema. I metodi fai da te per questo contaminante biologico non danno risultati ottimali e permanenti.
  • Ultimo ma non meno importante, un consiglio che unisce utilità ed estetica: alcune piante da appartamento possono essere un valido aiuto per purificare l’aria, fate attenzione però a non annaffiare frequentemente, perché il terreno bagnato è sito ideale per le spore della muffa.

Inquinanti indoor: cosa prevede la normativa

A differenza di quanto avviene in altri stati, in Italia la normativa riguardante l’inquinamento indoor è piuttosto scarna. Esistono solo due leggi che trattano l’argomento in modo non specifico, soprattutto per quanto riguarda la situazione dell’aria dentro casa.

La prima legge è quella relativa ai Criteri Ambientali Minimi, che fa riferimento a quelli che sono i requisiti basilari che devono essere rispettati nell’ambito dell’edilizia della pubblica amministrazione, gli arredi interni e urbani, l’illuminazione, il verde e i rifiuti.

La seconda legge è il DM 10 Ottobre 2008 riguardante la presenza di formaldeide, un composto volatile presente in molti materiali a partire dalle colle per arrivare alle vernici. Il Governo ha definito che il limite di emissione massimo è pari a 0,1 ppm (equivalente a 0,124 mg/mc) per tutti i pannelli a base di legno ed i mobili presenti negli ambienti interni.

Conclusioni

Come ci viene sempre ribadito, la prevenzione è la miglior cura e in effetti è proprio così. Anche le piccole azioni fanno una grande differenza per la nostra salute: mantenere gli ambienti puliti e ben arieggiati non costa fatica e previene molte problematiche respiratorie. Se di contro notiamo che qualche macchia di umidità o muffa si è già formata, dobbiamo intervenire con la massima celerità per evitare danni alle cose e alle persone. Vivere o lavorare in un ambiente salubre è un diritto e un piacere.

Grazie al Metodo Bastamuffa è possibile risolvere in via definitiva il problema della muffa, agendo sulle cause che la generano.

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Giuseppe Tringali - Bastamuffa

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