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Una generazione confinata, anzi sarebbe meglio dire auto-confinata, ecco cosa siamo. Abbiamo smesso di vivere all’aperto e deciso di usare le nostre case per proteggerci da una natura apparentemente ostile, abbiamo portato all’interno tutto ciò che ci piace e ci serve. Abbiamo creato microcosmi artificiali a misura d’uomo, talmente perfetti e accoglienti da non volerli più lasciare. Siamo diventati una indoor generation che passa il 90% del tempo in ambienti chiusi.
La casa è diventata un habitat multifunzionale: grandi schermi per il cinema, postazioni per i videogiochi, attrezzi da fitness, computer per lavorare, elettrodomestici di ogni sorta che sostituiscono panetterie, ristoranti, gelaterie e lavanderie.
Abbiamo tutto ciò che ci serve in casa.
Volendo non abbiamo bisogno di uscire per fare la spesa, tanto in un’ora ce la consegnano davanti alla porta d’ingresso. Non solo, abbiamo amplificato la luce artificiale per compensare la carenza di illuminazione all’interno delle case. Come se non bastasse abbiamo sigillato le strutture per mantenere alte le prestazioni energetiche, eliminando spifferi e varchi termici.
Indice dell'articolo
Smart Working: pregi e difetti del lavoro a distanza
Nell’anno appena trascorso abbiamo cambiato drasticamente anche il modo di lavorare e relazionarci con enti, uffici e istituzioni.
Siamo tutti in smart working, tradotto come lavoro intelligente o meglio agile, una pratica nuova in Italia, ma non nel resto del mondo.
L’idea del lavoro a distanza nasce in Olanda negli anni novanta, con l’intento di sfruttare le potenzialità tecnologiche per globalizzare la comunicazione, senza essere fisicamente presenti.
Da allora sono stati fatti molti tentativi, alcuni dei quali anche con esiti disastrosi, fino ad arrivare al riconoscimento e all’incentivazione dello smart working da parte del Parlamento Europeo con la Risoluzione del 13/09/2016 che evidenzia i benefici per le aziende e per i lavoratori.
Lo smart working si svolge principalmente da casa e per molti versi ha grandi vantaggi per i lavoratori, quali:
- più autonomia di gestione del lavoro e del tempo libero, risparmio di denaro (carburante, usura della vettura, biglietti mezzi pubblici)
- risparmio di tempo, soprattutto nelle città più grandi
- maggiore inclusione per le persone a mobilità ridotta.
Non manca però il rovescio della medaglia:
- i lavoratori si sentono isolati
- soffrono di mancanza di comunicazione
- perdono l’attaccamento all’azienda ( Rapporto globale Adecco 2015).
Indoor Time
Alcuni dati molto interessanti sono emersi da un sondaggio sull’Indoor generation del gruppo YouGov (per Velux) del 2018. Primo fra tutti la nostra errata percezione del tempo passato indoor.
La società ha intervistato online 16000 persone, tutte residenti in Europa e Nord America, sul tema indoor living. Ecco i risultati:
- l’82% dei partecipanti ha risposto di vivere in ambienti chiusi per meno di 21 ore al giorno
- il 62% per meno di 18 ore
La percentuale reale, come precedentemente affermato, si attesta al 90%. Ciò corrisponde a 22 ore al giorno passate all’interno di casa, ufficio, scuola, palestra, cinema e via dicendo.
Il divario tra tempo percepito e tempo reale indica una disconnessione importante che è diventata ancora più profonda negli ultimi tempi, in cui sono spariti anche quei pochi momenti di passaggio outdoor dalla scuola a casa o dal lavoro alla palestra.
Lo stesso sondaggio riferisce che 8 partecipanti su 10 non sanno che l’aria indoor può essere fino a 5 volte più inquinata di quella esterna e che la cameretta dei bambini è la stanza con più alto tasso di inquinamento ambientale.
Qualità della vita indoor
Vivere in spazi confinati altera il ritmo circadiano ovvero la capacità naturale del fisico di adattare il ritmo sonno-veglia alla luce naturale e alla temperatura ambientale.
La mancanza di luce naturale inoltre riduce l’apporto di vitamina D (il 90% lo sintetizziamo grazie alla luce solare diretta). Ciò provoca malessere generalizzato, debolezza, predisposizione alle infezioni e depressione.
Il benessere ambientale è condizione essenziale per il comfort e la salute delle persone, soprattutto per le categorie più fragili, come bambini e anziani.
Una lunga permanenza indoor comporta spesso un peggioramento della qualità dell’aria (inquinamento indoor) dovuto a:
- Inquinanti fisici: il radon è un gas radioattivo di origine naturale proveniente dal terreno. Questo gas riesce a penetrare attraverso le crepe, le fessure e i punti aperti delle strutture. Le abitazioni ai piani seminterrati sono più soggette alla presenza di questo gas. Per fortuna si disperde molto facilmente nell’atmosfera, ma diventa pericoloso per la salute negli ambienti chiusi.
- Allergeni comuni dovuti alla presenza di polvere (acari), animali o pollini.
- Contaminanti chimici: particolato aerodisperso (emissioni di camini, stufe, motori, candele, sigarette); composti organici volatili contenuti nelle vernici; formaldeide contenuta nella colla per mobili, carte da parati e moquette; detersivi per igiene quotidiana.
- Contaminanti biologici: virus, batteri, parassiti e muffe.
Il problema della muffa e dell’umidità
La muffa rappresenta uno dei problemi più frequenti nelle abitazioni, perché questo fungo estremamente adattabile e pericoloso prolifera in ambienti umidi.
Le semplici azioni quotidiane come, lavarsi, cucinare, dormire, lavare panni e stirare generano circa 2,7 kg di vapore acqueo a persona. Questi valori vanno a incidere sui tassi di umidità interna, soprattutto negli edifici ad alta efficienza energetica. Se moltiplichiamo questa quantità di vapore generato per il numero di occupanti, possiamo ben immaginare con quale facilità si possa sviluppare la muffa negli ambienti domestici.
Le persone che vivono in ambienti colonizzati dalle muffe hanno maggiori possibilità manifestare asma e problemi funzionali alle vie respiratorie. Come sottolineato dal Ministero della Salute in uno studio sulla correlazione tra umidità e muffa, nei bambini tra i 6 e i 12 anni esposti a muffe e umidità domestica si riscontra tosse, asma e sensibilizzazione agli allergeni comuni. Nei nostri polmoni passano in media 6 litri di aria al minuto o meglio 12000 litri di aria al giorno (fonte Lega polmonare), che grazie agli alveoli polmonari va a ossigenare il sangue. Questi numeri possono far capire bene quanto sia importante la qualità e la salubrità dell’aria che respiriamo.
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Sconfiggere l’inquinamento indoor
Uno dei primi obiettivi da perseguire da parte dell’indoor generation è il raggiungimento di una buona qualità dell’aria all’interno della casa.
La prima regola da seguire per sconfiggere l’inquinamento indoor è ventilare gli ambienti aprendo la maggior parte delle finestre per 3-5 minuti almeno 3 volte al giorno. In questo modo diluiamo le concentrazioni degli agenti inquinanti e favoriamo la loro eliminazione attraverso il flusso d’aria.
Cerchiamo di utilizzare prodotti detergenti contenenti principi attivi naturali, per evitare l’inquinamento chimico.
Cerchiamo di mantenere bassi i livelli di umidità relativa contenuta nell’aria per evitare la formazione di muffa. A tal fine piccole azioni quotidiane possono essere molto utili: asciugare subito le superfici bagnate, evitare di stendere in casa, controllare eventuali infiltrazioni e/o perdite. La percentuale di umidità interna consigliata non deve superare il 50%, valore che può essere monitorato anche attraverso strumentazioni elettroniche alla portata di tutti.
La muffa è fonte di inquinamento biologico in casa ed è molto pericolosa per la salute dell’indoor generation.
Se la muffa si è già sviluppata in casa, non perdete tempo tentando di eliminarla con detergenti o candeggina, bensì agite quanto prima con metodi efficaci e mirati.
Le muffe non sono tutte uguali, differiscono per tipologia, colore e grado di pericolosità.
Bastamuffa è l’unica azienda che propone una soluzione personalizzata! Dopo aver valutato tutte le variabili favorevoli alla proliferazione del fungo (tipologia di casa, esposizione, presenza di ponti termici, fonti di umidità) ed individuato le cause generatrici della muffa, Bastamuffa fornisce una soluzione definitiva costruita su misura!
Volenti o nolenti siamo dunque una indoor generation, ma questo non vuol dire vivere in ambienti malsani o insalubri. Anzi possiamo fare la differenza mettendo in opera delle best practice preventive per trasferire quanto più possibile la positività dell’outdoor all’interno degli spazi confinati. Nei casi in cui la situazione ci sia sfuggita di mano, possiamo sempre contare su team di esperti in grado di ripristinare il benessere ambientale e di garantire la piena vivibilità della nostra casa.
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